giovedì 16 dicembre 2010

Si torna a parlare di Alessandro Ciavarella

Si ricomincia a parlare del caso di Alessandro Ciavarella, il quindicenne scomparso due anni fa da Monte S. Angelo, sul Gargano. Si sta preparando una manifestazione nell’anniversario della sua scomparsa, ma oltre a fare manifestazione non si riesce a fare molto.
Qualche settimana fa, dopo l’invio quasi contemporaneo di due lettere anonime, una delle quali indicava un luogo dove potrebbe essere nascosto il corpo di Alessandro, si era pensato che potessero essere riaperte le indagini.

L’associazione Penelope Puglia, che si occupa del supporto alle famiglie degli scomparsi collaborando con il ministero dell’interno, aveva chiesto durante la trasmissione Quarto Grado condotta da Salvo Sottile, di poter utilizzare dei cani particolari che, con il loro fiuto, riescono ad individuare le sepolture di persone morte anche da anni. Questi cani esistono e sono a disposizione del Labanof, il gruppo che si occupa dei riconoscimenti e di indagini di medicina legale presso l’Università di Milano.

Uno dei responsabili dei cani, interpellato, ha chiarito che i cani sono a disposizione ma che senza che vi sia una richiesta specifica non si può organizzare la spedizione. I numeri di telefono e di fax per del Labanof e fare la richiesta sono stati consegnati all’autorità che deve fare la richiesta, ma pare che qualcosa si sia inceppato e la richiesta, nonostante il passare del tempo, non sia ancora stata.

Non ci sono altre piste che possano portare al ritrovamento del corpo di Alessandro se non questa e ci si chiede come mai non sia fatto questo tentativo di ritrovare il corpo del povero ragazzo e dare, perlomeno, un po’ di pace alla sua mamma, Rosa Guerra.

In realtà il ritrovamento del corpo di Alessandro può ancora dire che cosa gli è successo e magari chi l’ha ucciso, ed è quindi molto importante anche per gli investigatori pugliesi cercare tutte le possibilità per evitare di lasciare libero un assassino che potrebbe colpire ancora.

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