Al momento del ritrovamento il telefono cellulare di Sarah Scazzi non presentava molti segni di ossidazione. Se fosse rimasto esposto alle intemperie per più di un mese invece sarebbe stato completamente rovinato. Difatti nella zona di Avetrana, specialmente nei giorni dopo la scomparsa di Sarah, ci sono stati parecchi temporali seguiti da giorni di sole.
Il cellulare poi presenta solo alcune bruciature, come se fosse stato posato su delle ceneri calde e non su un fuoco acceso. Le foglie di ulivo, date le loro caratteristiche oleose e un po' coriacee, bruciano lentamente facendo più fumo che fiamma, ma certamente se il cellulare fosse stato messo nel falò si sarebbe distrutto.
Il collega dello zio di Sarah ha detto che ha dato fuoco al cumulo delle foglie con l'accendino dopo che avevano spazzolato il terreno. Se il telefonino fosse già stato all'interno del cumulo di foglie probabilmente si sarebbe sentito l'odore di plastica bruciata, il fumo sarebbe diventato molto scuro, e il cellulare si sarebbe trovato il giorno prima. Per sua fortuna, lo zio di Sarah è tornato nel fondo a cercare il suo cacciavite, con il quale aveva aggiustato la cinghia della spazzolatrice, e ha trovato il cellulare. Se il cellulare fosse stato trovato da altri magari in seguito e bruciato, tutti avrebbero pensato che lo zio aveva dato fuoco al cellulare della nipote.
I primi risultati degli esami sul cellulare sono arrivati velocemente, ora si attendono altri esami che stanno svolgendo sul'apparecchio, fra cui quello del DNA su batterie altri micro organismi presenti sul cellulare che possono permettere di individuare il luogo o le condizioni in cui è stato fino al momento i cui è stato abbandonato sul campo.
Fonte: Notizie fresche
Nessun commento:
Posta un commento